Valentina Vallone su Amazon.it

Non esiste futuro senza memoria
Ho scoperto questo libro per caso, guardando le stories di instagram mentre ero in fila alle poste. D’istinto l’ho acquistato, senza neanche leggere la trama o le recensioni, conoscendo l’autore sapevo già che sarebbe stato un ottimo acquisto e non mi sbagliavo!
La Scrittura è semplice ma allo stesso tempo mai banale. È il racconto di chi ha scelto di restare, di credere e costruire con umiltà e sensibilità qualcosa di meraviglioso in un piccolo borgo del Cilento, raccontando momenti di vita, il suo viaggio tra passato e presente, tra innovazione e tradizione.
Leggendo questo libro si intuisce la voglia di innovazione, con uno sguardo sempre attento al passato, che spinge l’autore ad andare avanti nel costruire qualcosa che possa essere utile alle generazioni future. Concetto che, a mio avviso, esprime chiaramente ed in particolar mondo durante le ultime battute di questa piacevole chiacchierata:
“Mon facciamo innovazione seguendo una moda o anticipando un trend, facciamo innovazione se creiamo le opportunità di domani rispetto alle modalità di linguaggio e alla nostra capacità di esprimerci nel mondo. La capacità di stare al mondo non basta, a fare la differenza è la capacità di esprimersi e raccontarsi utilizzando i propri talenti, le proprie passioni, le proprie sfumature, le proprie capacità espressive.”

Giovanni Valioni via Mail

Caro Giuseppe, come ti avevo detto ho preparato un’illustrazione dopo aver letto il tuo libro.

Mentre lo leggevo mi è ritornata in mente un’immagine che ho visto spesso a Caselle, forse in qualche bar o su qualche copertina di un libro. Era la raffigurazione di un casellese emigrante di spalle che lascia il borgo. Poi però ho continuato a leggere e il libro nel frattempo è finito.

E allora l’illustrazione è saltata fuori così, volevo una risposta a quel casellese emigrante di spalle e al tempo stesso volevo raccontare la vera essenza del libro: tu e la tua visione delle cose.
Spero che ti piaccia davvero. Con affetto, Giovanni.

Alfonso Tepedino su Amazon.it

Libro interessantissimo che mi ha fatto pensare a molti spunti:
1. l’importanza del viaggio, tra passato e presente, tra tradizione e innovazione;
2. l’ispirazione, guardare con ammirazione a chi ha fatto la storia;
3. riflessione, fermarci a riflettere su alcune cose che molte volte diamo per scontate ma che ci aiutano nelle risposte;
4. contesto, quanto è importante conoscerlo ed analizzarlo;
5. errore, fare errori e ripartire sempre.
Non è la prima volta che leggo qualcosa degli autori, ma ogni volta riescono ad aprire nuovi orizzonti.
Consigliatissimo.

Antonio Rinaldi su Amazon.it

Giga & Chilometri, da leggere necessariamente!
Credo che ognuno di noi, nei libri che legge, trova delle frasi che fa sue, che assimila, che ricorda.
In questo libro di frasi da ricordare ve ne sono tante, ma io ho scelto questa.
Io “giga e chilometri” me lo voglio stampare su un poster, averlo tutte le mattine davanti quando mi alzo, perché è una missione, è un modo di raccontare i nostri luoghi ed è un modo per reinventarli.
Giga e chilometri significa essere connessi con il mondo, raccontarlo, ma soprattutto capacità di immagazzinarlo in sé e renderlo Memoria condivisibile a tutti, senza limiti di gigabyte.
Grazie.

Giovanni Rago su Amazon.it

Parole Forgiate è una culla ricca di riflessioni, spunti e pensieri stimolanti.
Ho divorato il libro che mi ha riportato in bottega, travolto da parole forgiate senza tempo e da sguardi giovani volti a un futuro imminente fatto di incertezze, idee e opportunità.
Trovo affascinante l’armonia generazionale che lega Vincenzo e Jepis, l’emozionante susseguirsi di idee e ragionamenti, le competenze trasversali che si intrecciano tra loro, convivono e diventano racconto.
La sensazione è quella di ascoltare un brano ricco di citazioni e di pause, una composizione che ad ogni ascolto regala spunti sempre diversi.
Un omaggio alla creatività e all’immortalità del racconto, ma anche una presa di coscienza, un risveglio.
“Forse per scavare devi uscire dallo scavo”, leggere e rileggere Parole Forgiate vi farà fermare per prendere tempo, portare fuori ciò che si è scavato, cambiare punto di vista e ricominciare a scavare con una consapevolezza totalmente differente.

Raffaele Gaito su Amazon.it

Una chiacchierata al bar.
È questa l’impressione che mi ha dato (e che forse voleva dare) questo libro.
I due autori sono dei cari amici e per me è stato inevitabile immaginarmeli davanti a una tazza di caffè a dialogare serenamente sui temi del libro.
Perché è di questo che si tratta, di una riflessione ad alta voce su temi come Artigiano, Bottega, Maestro, Allievo, Teoria, Pratica, ecc.
Lasciatevi trascinare in questa chiacchierata, ne vale la pena!

Gabriele Granato su Amazon.it

Un libro da leggere e custodire con cura.
L’incontro tra l’energia che sta nel mondo e l’energia che sta dentro di noi è che fa accadere le cose, anzi le forgia, ma con maestria e delicatezza, quasi accarezzandole.
Ed è questo che il libro mi ha lasciato dopo una lettura bella, piacevole, empatica, mai banale, un senso di pace con me stesso e con il mondo intorno. Una carezza alle nostre idee, alle speranze che custodiamo nel profondo del cuore, ma anche un impulso ad agire, a prendere gli strumenti che più ci sono propri (c’è chi ama lo scalpello o la zappa e chi usa la penna o la macchina da presa, è uguale) e realizzare la nostra opera, materiale o intellettuale che sia.
Un libro che è un viaggio, perché è il racconto di come si forgia un racconto, come nasce dalle scintille e parola dopo parola si trasforma in un libro – bellissimo – da leggere e custodire con cura.

Luigi Martino su Youtube

Silva Giromini su Amazon.it

Parole forgiate nella bottega dove si fa e si pensa.
Parto a descrivere questo libro dall’ultima frase: “Cosa altro dire? Grazie”.
Eh, sì. Grazie perché Giuseppe e Vincenzo hanno costruito un testo davvero bello.
Per raccontarlo prendo a prestito due parole che sono nel libro: “approccio” e “chiave”.
Ognuno di noi, in base all’esperienza, si pone davanti alle cose e alle situazioni con il proprio approccio personale, e trova la sua chiave di lettura di ciò che sta osservando.
Dopo aver letto il libro, credo di aver scovato la mia chiave di lettura di questo testo e per spiegarla riprendo, scomponendole, le parole del titolo.
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“Chiacchiere di bottega…”
Pare di sentirli, gli autori, mentre discorrono nella bottega. Ed è questa la prima impressione, la più semplice, che nasce nei pensieri.
Per come è strutturato e scritto, il libro è un dialogo fra due amici, con esperienze differenti – anche per differenza di età – che discorrono (badate bene: non discutono!) intorno ad alcuni ambiti della vita. Si potremmo fermarci qui, ad ascoltare questo dialogo, magari sulla porta della bottega.
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“… tra fare e pensare”
E invece no. Vincenzo e Giuseppe invogliano a fermarci a riflettere con loro intorno ad alcuni termini.
Così si legge, ma le chiacchiere dei due amici invitano a pensare e a sottolineare i termini e le frasi su cui tornare.
Se per gli autori il libro è il fine di un percorso che ci hanno donato, per noi lettori è l’inizio di un’opportunità che ci è data per fare a modo nostro lo stesso viaggio attraverso le parole.
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“Parole Forgiate”
Nel libro questo viaggio termina nella Piccola Scuola, di cui gli autori – Giuseppe da maestro e ideatore e Vincenzo da allievo – spiegano il senso e le regole di questo nuovo spazio: un luogo dove davvero ognuno ha la possibilità di forgiare a modo suo le stesse parole o le proprie esperienze.
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Consiglio di leggere questo libro a tutti, ma in particolar modo ai creativi. Potranno trovarci diversi spunti per le proprie attività.

Marco Magnani su Facebook

Grazie Jepis di aver scritto questo libro. Lo sto leggendo con molto interesse, prendendo appunti, utili per ritrovare la giusta prospettiva e direzione, in un mondo che dobbiamo e vogliamo riportare a dimensione dell’uomo.
Grazie ancora per questo vostro sforzo, tuo e di Vincenzo.

Michela Puppolo su Amazon.it

Pensiero e azione legame inscindibile.
La prima sensazione è quella della parola parlata: leggendo è come se mi fossi trovata lì con loro, in Bottega, ad ascoltare le loro “chiacchiere”, un ascoltare non da spettatore, ma da partecipe. “Anche il silenzio è una modalità del racconto” scrive Jepis. Ecco, alle loro “chiacchiere” avrei preso parte in questo modo per poi soffermarmi a pensare e ripensare. Condividendo un lembo di Terra, forte è stato l’impatto di trovare in Jepis, nel suo modo di raccontarsi, l’entusiasmo che serve per fiorire nell’abbandono. Dei nostri paesi mi porto spesso addosso questo senso di sconfitta e leggere Parole Forgiate, di contro, è determinazione e forza, è spirito di sacrificio e bellezza. Jepis è uno che sogna, ma sogna consapevole e costruisce, costruisce parole e significato, costruisce fatica e narrazione. Jepis e Vincenzo Moretti insegnano che, anche nel piccolo, un po’ del mondo si può cambiare, quando ogni mattina ognuno di noi si sveglia facendo la sua parte, con la volontà (che pur s’ammaestra) di conferire senso a ogni azione come a ogni parola. E qui ritorna il legame indissolubile tra fare e pensare, ricalcato molte volte nel suo vortice di sfumature, saldate sulla base portante dell’inscindibilità tra pensiero e azione. Grazie a Vincenzo Moretti ho ritrovato riferimenti a temi e autori a me cari come Aristotele, Wittgenstein, Italo Calvino e tanti altri. Vincenzo e Jepis hanno ognuno a proprio modo, un tipo di scrittura, “semplice” e profondissima allo stesso tempo. È quasi fuorviante il loro riuscire a esprimere, in maniera così chiara e lucida, sotterranei intimamente umani (Jepis parla di opera di scavo). Mi viene in mente l’idea del pozzo e la lontananza delle sue acque che possono essere immaginate vicine, l’incontro cioè tra la superfice (che come direbbe Calvino non è che prossima al fondo) e il fondo. La loro scrittura mi evoca quest’immagine. Una scrittura, dicevo, chiara e intensa, persino sui ripensamenti e nei momenti di pausa. Il tempo dedicato alla lettura di Parole forgiate aggiunge “valore” alla mia vita pensata, con lo stimolo a “costruirla” e “con-dividerla” sempre un po’ di più.
Un libro introspettivo e costruttore di senso.

Michela Puppolo in Chat

Ho sottolineato tantissime parti nel libro, ma ho scritto la recensione di getto, tanto che mi sono ripromessa una seconda lettura del libro a distanza di tempo. La prima parte mi è piaciuta, ma è andando avanti che le cose mi hanno colpito maggiormente. L’aspettativa, quando è uscito il libro, era alta, ma leggendolo mi sono accorta che sei e siete andati un gradino in più dell’altezza che mi ero immaginata. Vincenzo poi con umiltà, saggezza e cultura, è un’ispirazione “quieta” di bellezza, dico quieta per intendere quella bellezza che viene donata da chi, per prima lui, lo ha acquistata col tempo, conforme all’età e alla vita vissuta, non so se mi riesco a far capire. I tuoi stimoli sono stati invece più “taglienti”, pieni di vita e di voglia di “fare, inventare e incantare, attraverso la narrazione, il mondo”. È stato bello avere la conferma che nel lavoro c’è la chiave del senso della / alla vita e me ne ricorderò, spero, ogni volta avrò “meno energie”, cosa che capita spesso, per affrontare le cose.
Siete riusciti a comunicare il vostro mondo o forse parte, dico parte perché pensandoci credo ce ne sia sempre una, per quanto minima, che conserviamo per noi, ma devo dire che ci siete riusciti alla grande. Vabbè, mi fermo qui, aspetto il prossimo libro vostro.